In Veneto la regione lancia una campagna “compra veneto”, tutti conosciamo lo slogan “In Ticino per il Ticino”, sempre in Italia pare che le persone non comprino cinese se solo possono perché non considerano i prodotti sicuri.
Sappiamo tutti del referendum democratico sui minareti in Svizzera.
Una domanda: dopo “l´intossicazione” (uso il termine in senso tecnico) internazionalista, il mercato di base si sta forse orientando nuovamente verso le realtà locali o comunque culturalmente vicine? O comunque verso una ”customizzazione” locale dei prodotti, anche intellettuali?
Culturalmente, la gente lo sta facendo; stiamo per assistere al lato economico, anche intellettuale? Potrebbe essere un´occasione per le aziende e project manager di rilanciare la propria professionalità?
Che senso ha proporre metodologie di Project Management che (ammettendo che siano serie e garantite da un´Autorità, e non da associazioni o singole aziende) non sono adattabili alle necessità locali o che, essendolo, non lo sono?
Anche una metodologia riconosciuta internazionalmente, con una terminologia universale, va adattata alla situazione locale. Per fare un esempio virtuoso, PRINCE2 è di proprietà del governo inglese ed è previsto che sia adattabile (la famosa “scalability”)